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| 22 aprile 1724 Trecento anni fa nel 1724, nasceva Immanuel Kant, il filosofo che più di ogni altro ha influenzato il pensiero contemporaneo. Possiamo tranquillamente dire che trasformò la filosofia occidentale. Come ha scritto Sebastiano Maffettone: «le sue idee e le sue teorie sono parte integrante del nostro patrimonio intellettuale».
Lo stesso Kant ha scrittodi sé: «Ogni interesse della mia ragione (così lo speculativo, come il pratico) si concentra nelle tre domande seguenti: Che cosa posso sapere?; Che cosa devo fare?; Che cosa posso sperare?». Sono le nostre stesse domande. Ad esse sono dedicate le tre grandi opere del suo “criticismo” (Critica della ragion pura, Critica della ragion pratica, Critica del Giudizio), un monumento del pensiero occidentale.
E ancora: «Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me».
«Agisci in modo da considerare l’umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche al tempo stesso come scopo e mai come semplice mezzo».
«L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a sé stesso…. Sápere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! Questo dunque è il motto dell’illuminismo».
Purtroppo attualissimo (e inascoltato) il pensiero kantiano sulla Pace: nel testo Per la pace perpetua (1795), di cui dovremmo fare tesoro, dice: «Gli eserciti permanenti ( miles perpetuus) devono con il tempo scomparire del tutto» e «Non devono essere fatti debiti pubblici in vista di conflitti esterni dello Stato»
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